
10 Gen A casa ho un Botticelli
Inauguro la categoria di articoli sull’arte con uno dei più grandi artisti di tutti i tempi, Sandro Botticelli. Ultimamente si è parlato molto di Botticelli, in particolare del dipinto “Mappa dell’Inferno dantesco”, sia perché protagonista dell’ultimo film di Ron Howard “Inferno”, tratto dall’omonimo libro di Dan Brown, sia perché gli è stato dedicato il documentario “Botticelli – Inferno”, che indaga sulla misteriosità dell’opera.
Botticelli è stato un artista rinascimentale di grande fama, consacrato dai Medici e maggiore esponente della dottrina neoplatonica nell’arte. Nelle sue opere, dense di riferimenti allegorici, la figura umana è raffigurata con estrema raffinatezza: l’intensità degli sguardi e la velata malinconia, incarnano un ideale di bellezza ancora oggi apprezzabile.
Sarò banale, ma tra i dipinti che mi affascinano di più c’è sicuramente la Primavera e la Nascita di Venere, entrambe esposte agli Uffizi di Firenze. Sicuramente a colpire è la loro maestosità, ma ciò che mi ha sempre attratto è quanto siano dettagliate entrambe le opere, quanto siano minuziose e descrittive nella definizione di ogni elemento, dai capelli ai decori sulle vesti.
Questo articolo su Botticelli è in realtà un pretesto per parlarvi del Google Cultural Institute iniziativa del colosso Google che si prefigge di portare l’arte nelle case di tutto il mondo attraverso il progetto Google Arts & Culture. Devo ammettere che ho un forte debole per Google, perchè è un’azienda che riesce sempre a fare innovazione e che cura tutto ciò che fa nel minimo dettaglio.
Il progetto consiste in una raccolta di immagini di opere di tutto il mondo, non solo riguardanti l’arte, dalla pittura alla scultura, ma anche di eventi e personaggi storici che hanno caratterizzato il nostro passato e presente. Google ha potuto fare tutto ciò grazie alla collaborazione con numerosi partner, musei e istituti, che hanno generosamente aperto le loro porte e che hanno permesso di catalogare le loro opere nella più grande collezione digitale esistente.
Non aspettatevi un semplice elenco di immagini, Google le ha catalogate per artisti, mezzi espressivi, movimenti artistici, ma ciò che rende grande questo progetto sono le modalità di esplorazione: dimenticate il nastro rosso che vi separa dall’opera, qui avrete modo di avvicinarvi così tanto da riuscire a identificare ogni singola pennellata, provare per credere!
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E non è tutto, potete camminare per i musei come in street view, visionare esposizioni ricche di immagini, testi e video, o immergersi negli spazi espositivi con il proprio smartphone e il Google Cardboard per un’esperienza a 360°.Insomma, Google non si è fatta mancare nulla.
Per ora il progetto offre un’importante scelta di opere, ne mancano ancora tantissime ma per essere nato solo 5 anni fa ed aver raggiunto già il migliaio di partner, direi che è sulla buona strada.
Naturalmente ciò non potrà mai sostituire l’emozione che si prova vedendo un’opera dal vivo, ma non tutti possono visitare ogni museo, quindi un viaggio virtuale è un’ottima alternativa. E chissà, forse in un futuro non troppo lontano inventeranno un sistema per simulare la fisicità delle opere e toccarle con mano… (idea affascinante, un po’ mi spaventa, fa troppo Black Mirror!)
AGGIORNAMENTO (17 gennaio 2018)
Da pochi giorni non si parla d’altro che di Google Arts & Culture e della sua ultima e nuovissima funzione: trovare la somiglianza del proprio volto con un’opera d’arte. Come fare? Scorrendo la homepage dell’app alla sezione “C’è il tuo ritratto in un museo?” è possibile scattarsi un selfie per scoprire a che celebre ritratto ricorda, con tanto di percentuale di accuratezza. Purtroppo la funzione non è ancora disponibile in Italia, ma per il successo che sta riscuotendo (al primo posto delle app gratuite più scaricate) credo proprio che verrà presto implementata!
Photo credits: Google
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