13 Mag Come nasce un’identità grafica. Parte 1: style guide e logo
Ne parlavo nell’ultima newsletter, cioè del fatto che secondo me non esiste il cliente ideale. Però un cliente adatto alla propria attività e al proprio modo di lavorare sì. Per questo, mentre attendo che arrivi il cliente che vorrei, ho pensato di inventarmi un’attività per la quale realizzare un’identità grafica, con logo, palette colori e tutto il resto. E siccome volevo mostrarti come nasce un’identità grafica, i “segreti” di questo lavoro, ho deciso di scriverci su un po’ di articoli. Inizio con questo che è dedicato alla style guide e al logo.
Alla ricerca di ispirazioni
Il primo passo per creare un’identità grafica è conoscere a fondo il cliente, la sua attività, cosa produce e per chi, ma anche la sua storia e la sua personalità. Premetto che è tutto inventato e che per me è stato quasi più difficile creare un’azienda inesistente che il suo logo.
L’azienda si chiama “Janara”, produce e vende erbe essiccate ed è stata ideata da un gruppo di giovani donne di Benevento. Il nome Janara è un omaggio alla loro terra: le Janare sono le streghe beneventane esperte in erbe medicamentose.
Queste informazioni mi sono state d’aiuto per conoscere meglio l’attività e mettere giù un po’ di idee e di immagini di ispirazioni. Ed è qui che entra in ballo il moodboard, cioè una tavola che serve a tradurre in immagini le sensazioni da ricreare in un progetto. In questo caso ho voluto rappresentare un rimando al mondo della stregoneria (vedi l’immagine con le due donne) ma contestualizzato al mondo di oggi (vedi le suggestioni cromatiche boho). Ecco il moodboard, poche immagini ma perfette per ciò che volevo rappresentare.
La style guide, ovvero palette colori e caratteri tipografici
Ma allora sto moodboard a cosa serve? Mi è stato molto d’aiuto per scegliere la palette colori e il carattere tipografico. Si può dire che palette colori e moodboard sono stati sviluppati di pari passo, cioè facevo un moodboard ma poi la palette che veniva fuori non mi convinceva, quindi lo modificavo e creavo una nuova palette. Tutto questo andare avanti e indietro è durato anche troppo ma alla fine ce l’ho fatta. Invece per il carattere tipografico ammetto che è stato tutto più semplice, sarà perché ne ho scelto uno che avevo adocchiato da un po’. Ma vediamo tutto più nel dettaglio.
La palette colori
Per questo progetto ho selezionato ben 7 colori, e di solito sono abituata a lavorare con molti meno. Ma sentivo di dover espandere di più la gamma di tonalità per riuscire a rappresentare una buona identità grafica. In realtà i colori principali sono tre, gli altri non sono altro che delle varianti di tonalità, più o meno chiare.
Per ogni colore ho dato un nome: non è funzionale allo sviluppo delle grafiche ma rende il tutto più persuasivo e affascinante – heilà storytelling! E poi è bello chiamare un colore per nome anziché per codice, non trovi? Fascino a parte, ciò che è davvero utile da sapere sono i codici dei singoli colori. Qui ti ho scritto quelli del sistema esadecimale, uno dei sistemi utile per il web, ma è importante conoscere anche i codici colore per le altre applicazioni (ad esempio per la stampa il sistema che is utilizza è il CMYK).
I caratteri tipografici
Scegliere i caratteri tipografici è stato più facile del previsto. Ero indecisa su un paio ma poi c’è voluto poco per scegliere i definitivi. Trovare i caratteri perfetti è importantissimo perché non solo aiutano a contestualizzare meglio l’identità ma anche ad assicurare la leggibilità dei testi nelle grafiche che si realizzano. Ma quali e quanti sono quelli che ho scelto? Due: Gogoia, che ho usato per scrivere il nome dell’azienda nel logo, e Roboto, un evergreen che funziona benissimo su tutto, carta e web, e che ha tantissimi stili (grassetto, grassetto ma non troppo, sottile, sottilissimo) e quindi è molto versatile.
Ah, dimenticavo, ho creato anche un pattern. In questo articolo non lo vedrai applicato ma nel prossimo, quello dedicato alla parte cartacea di un’identità grafica, lo troverai di sicuro.
Il piatto forte: il logo
Ed eccoci alla parte più interessante, ovvero il logo. Crearlo per me è stato davvero gratificante: è passato quasi un mese da quando l’ho disegnato e mi convince sempre di più. Ma così tanto che lo vorrei quasi per me – però poi mi tocca aprire un’azienda di erbe aromatiche e ora non è proprio nei miei programmi.
A volte quando devo progettare un logo l’idea arriva subito, della serie buona la prima. Non è successo con Janara e forse per questo che ne sono così innamorata. Ho buttato un bel po’ di schizzi prima di arrivare all’idea finale. Sicuramente mi è stato d’aiuto definire un concept molto specifico. Tutta l’idea ruota intorno a quattro elementi: le erbe essiccate, l’occhio (è una delle rune magiche dell streghe), il sole (che con il calore essicca) e la luna legata alla dea Diana (il nome Janara deriva infatti da Dianara, sacerdotessa della dea Diana).
Ho unito questi quattro elementi in un logo che, secondo me, è di impatto e non passa inosservato: strizza l’occhio alla simbologia magica ma non ne fa una caricatura. L’ho già detto che sono soddisfatta? Ho poi aggiunto il nome e realizzato altre tre versioni adatte ai diversi contesti di utilizzo. Qui ti mostro anche la versione semplificata, cioè senza nome, e che va usata per le piccole dimensioni, tipo il favicon del sito o come icona per le immagini di profilo dei social. È una delle alternative che vengono sviluppate quando si realizza un’identità grafica: un solo logo non basta perché viene usato in contesti così diversi che sarebbe stupido pensare che una solo versione sia sufficiente.
Pingback:Come nasce un'identità grafica. Parte 2: grafica su carta | Marianna Milione
Pubblicato alle 09:02h, 20 Maggio[…] con la seconda parte dedicata alla nascita di un’identità grafica. Dopo averti mostrato il logo e la style guide, oggi è il turno delle grafica su carta, cioè di quella grafica stampata che hai bisogno quando […]
Pingback:Come nasce un'identità grafica. Parte 3: grafica sul web | Marianna Milione
Pubblicato alle 17:23h, 07 Agosto[…] puntato molto sui colori – ci ho messo un po’ a definire la palette quindi non mi andava sprecarla. Innanzitutto non ho scelto di usare né il bianco né il nero […]
Pingback:Ho creato un'identità visiva con la mia community | Marianna Milione
Pubblicato alle 17:14h, 22 Marzo[…] visiva insieme a loro. La prima cosa è stata dare vita a un’azienda immaginaria – non era la prima volta che lo facevo, ormai sto diventando brava. 😬 Ho pensato ad una fattoria perché è il mio sogno nel cassetto, […]