
03 Giu Progetto personale: i miei consigli per realizzarne uno
In queste ultime settimane qui sul blog ho pubblicato un po’ di articoli dedicati alla realizzazione dell’identità grafica di Janara, una realtà immaginaria che ho creato per potermi occupare di un progetto personale. Avevo voglia di lavorare su qualcosa di mio ma soprattutto volevo spiegare meglio agli altri cosa faccio. Da questa esperienza ho imparato moltissimo. Ho capito meglio i tempi di cui ho bisogno per lavorarci su, dell’impegno mentale che richiede e, cosa non da poco, ora sono più sicura ad affrontare lo stesso percorso con un cliente.
Quando lavori su qualcosa di tuo l’entusiasmo è al mille, sei super caric* perché finalmente fai quello che hai sempre voluto fare. Attenzione, non sto parlando del lavoro: che tu sei un* freelance o un* dipendente, il lavoro è tutt’altra cosa (per quanto un lavoro sia quello che avevi sempre sognato non va mai tutto come speravi). Qui ti parlo di investire in un progetto tuo, in qualcosa che non ti porta ad un guadagno, almeno non nell’immediato. Come per ogni cosa, ci sono sempre delle insidie e il rischio di ritrovarti a iniziare qualcosa e non sapere quando la finirai è dietro l’angolo.
Dopo questa esperienza ho raccolto una serie di consigli, diciamo regole, che secondo me possono esserti d’aiuto se hai deciso di occuparti di un progetto personale. Eccole.
Datti un obiettivo
È la prima cosa che devi decidere quando ti vuoi occupare di un progetto personale. Perché lo stai facendo? Qual è lo scopo del tuo progetto? Promuovere la tua attività? Far scoprire il dietro le quinte del tuo lavoro? Raccontare una storia? Tutte queste cose insieme?
Darti un obiettivo significa riuscire a raggiungere meglio il risultato che ti sei prefissat*. Serve a farti restare in carreggiata e a non perderti tra le mille possibili alternative che quel progetto può prendere.
Nel mio caso volevo far conoscere meglio la mia attività, di cosa mi occupo e come lo faccio. Siccome finora non sono riuscita a creare un portfolio lavori che mi soddisfa, mi trovavo sempre più in difficoltà a dire «Io mi occupo di grafica, di identità e immagine coordinata. Questo è un esempio di quello che faccio.» A me quell’esempio mancava. Ed ecco il mio obiettivo!
Lavoraci come se fosse per un cliente
Adesso starai pensando che tu il progetto personale lo stai facendo proprio per fare qualcosa di diverso da quello che fai per i tuoi clienti. Ok, non devi occupartene considerando gli stessi tempi e le stesse modalità ma non puoi farlo in maniera troppo arbitraria. Occupartene con la stessa cura e attenzione che metti per un cliente fa sì che il tuo progetto sia anche un ottimo esercizio per migliorare la tua attività. Se pensi di lavorare per un cliente e non solo per te saprai di doverti impegnare per produrre qualcosa di qualità. Ma ti aiuterà anche a raggiungere il tuo obiettivo senza prendere strade che sono solo fuorvianti.
Io ad esempio ho inventato un’azienda fittizia proprio perché rischiavo di fare cose che non mi sarebbero state utili a spiegare i miei servizi – oltre al fatto che creare un logo e un’immagine coordinata senza avere un’attività a cui dedicarla sarebbe stato impossibile.
Dedicaci del tempo lavorativo
Uno dei più grandi errori che puoi fare è pensare di occuparti di un progetto personale nei ritagli di tempo. Occupartene dopo una giornata di lavoro o tra un impegno e l’altro, significa che sarai troppo stanc* per lavorarci come vorresti e il risultato non sarà mai soddisfacente. E invece devi prendere questo progetto sul serio, devi inserirlo nei tuoi impegni e dargli il giusto spazio. Lo so che sarai pien* di cose da fare ma se hai deciso di occupartene significa che hai un obiettivo ben preciso e per raggiungerlo devi investirci del tempo.
Dell’identità di Janara me ne sono occupata durante la mia normale giornata lavorativa. Ogni inizio settimana facevo il planner giornaliero dove inserivo i lavori esterni e il mio progetto personale. Così non ho tolto tempo ai clienti né ci ho lavorato la sera – anche se a volte la tentazione c’è stata. Solo così sono riuscita a portare a termine il lavoro senza stressarmi e, soprattutto, con la qualità che volevo.
Datti una scadenza
Se c’è una cosa certa è che quando lavori a qualcosa di tuo ci potresti lavorare all’infinito (e non finirlo mai). Lo so per esperienza: non avere una scadenza significa continuare a lavorarci su, a perfezionare, a essere sempre insoddisfatt* del risultato, a non prendere mai una decisione. A volte invece ti lasci prendere da altri impegni e ti ripeti «Ma sì che lo faccio. Finisco prima questa cosa, e poi lo faccio.» Solo che usciranno sempre più cose che non ti faranno concludere il tuo progetto: un imprevisto, un nuovo cliente, la voglia di fare cose nuove. Invece con una scadenza sai che dovrai arrivare pront* al fatidico giorno.
A me ha aiutato molto inserire la scadenza all’interno del mio planning del blog. Sapere di dover scrivere degli articoli dedicati significava dover per forza finire in tempo altrimenti mi sarei ritrovata senza nulla per il blog. E lo sappiamo bene che quando si blocca una routine (nel mio caso un articolo a settimana) poi è difficile riprenderla con lo stesso ritmo!
Ricorda anche questo: una scadenza troppo lontana è come non averla. Sono sicura che rimanderai sempre: «Lo faccio domani, tanto ne ho di tempo! » per poi arrivare a pochi giorni dalla scadenza e non riuscire a gestire tutto perché nel frattempo si sono accumulati altri impegni.
Quindi datti una scadenza reale, come se fosse per un cliente. Sono sicura che sarà più semplice concludere il progetto.
Non sperimentare
Messa così può sembrare un volerti dire che un progetto personale può essere solo una ripetizione di una cosa già fatta. E invece no, quello che intendo è che la sperimentazione è un processo diverso da un progetto. Sperimentare vuol dire provare, sbagliare, modificare, ritentare. Un progetto invece ha un inizio, un percorso e una fine lineari, chiari. Soprattutto se il tuo obiettivo è far conoscere meglio ciò che sai fare non puoi rischiare di mostrare cose che non funzionano. La sperimentazione è utile, importantissima ma ha bisogno dei suoi tempi. Le idee devono sedimentare prima di essere condivise.
Fai ciò che sai fare meglio, fallo al massimo delle tue capacità, convoglia tutto ciò che sai fare nel tuo progetto personale.
Deve piacerti, devi divertirti
Sembra scontata come cosa ma non lo è. È facile passare da qualcosa che hai iniziato per piacere ma restare travolt* dagli altri impegni e chiudere il progetto alla bene e meglio. Alla fine ne esci frustat* e insoddisfatt*. Se non ti diverti neanche quando lavori su qualcosa di tuo allora perché farlo? Un progetto personale deve essere un momento di felicità, di entusiasmo e quando lo finisci devi guardarlo con orgoglio. Deve essere il tuo cavallo di battaglia, l’ideale di come vorresti lavorare sempre.
Con Janara chiudevo a fine giornata e non vedevo l’ora di riprendere la mattina successiva. Mi stava piacendo un casino, era proprio il modo con cui vorrei occuparmi dei progetti degli altri. Nel tempo sono sicura che guardandolo ci troverò dei difetti, delle modifiche da fare ma sarò sempre soddisfatta del risultato. Ecco come dovrai sentirti anche tu.

Pingback:Tempo e lavoro: il dilemma del freelance | Marianna Milione
Pubblicato alle 09:13h, 09 Giugno[…] ho imparato dal mio progetto personale, ho iniziato a ragionare su una parte, quella in cui scrivo: dedicaci del tempo lavorativo. Il tempo, che cosa complessa! Non a caso sono secoli che ci ragionano su filosofi e scienziati. Per […]