
29 Apr Copiare non è la soluzione
Recupero la newsletter che ho inviato ad inizio mese per scrivere di un argomento importante: il copiare. Siccome è un tema con cui spesso mi scontro – vedo in giro un sacco di copie, mentre io ho il terrore di fare copiare involontariamente qualcuno – ho pensato che valeva pena scriverci un articolo e renderti partecipe dei miei pensieri.
La copia è solo un inganno
Domenica scorsa (ormai quasi un mese fa) sono stata in giro per negozi e Rocco (il mio compagno) fa «Entriamo nel negozio di Mi!» e io nella mia testa ho pensato «E chi diavolo è Mi?» Mi è un brand della Xiaomi – questa la conosco! – che produce prodotti di elettronica di consumo (telefoni, smartband, cuffie ma anche piccoli elettrodomestici) con una sola caratteristica: devono essere identici ai prodotti della Apple.
Ok, non è il loro obiettivo dichiarato però è palese. Molti prodotti sono una copia spudorata di quello che vende la Apple. Alcuni hanno un’estetica che somiglia tantissimo anche alla Braun di Dieter Rams ma, sai com’è, la Apple ha suo tempo ha scopiazzato un po’ di cose della Braun, insomma il cerchio si chiude. Va bene che io ho un occhio allenato sul design del prodotto (vengo da quel mondo) e quindi mi potrai dire che tu non te ne saresti accort*. In fondo non sono tutti uguali gli smartphone? Ehm, no. Ma non è questo il punto.
Stesso discorso per la comunicazione, tutta l’identità grafica è una copia della Apple: colori, stile del carattere, uso del bianco. Lo scopo? Se somigli a loro la gente è più “convinta” ad acquistare da te perché è già abituata a quel modo di comunicare e si fida. O più semplicemente vede che si somigliano e compra quello che costa meno. In pratica ci lasciamo ingannare dall’aspetto visivo senza soffermarci sul valore delle cose.
Copiare male
Ho girato tutto il negozio stupita, tutto era un déjà vu, finché mi sono fermata davanti ad un cartellone e lì ho strabuzzato gli occhi. Una foto di un prodotto era sgranata. Che orrore! E no, con Apple non sarebbe successo mai e poi mai. Vedere questa cosa è stato illuminante.
L’errore non è solo la copia in sé ma il copiare male. O meglio, pensare che sia sufficiente copiare per avere successo (e guadagni) quando in realtà lavori male. Prima o poi gli altri se ne accorgeranno e ti molleranno. Che è un po’ lo stesso discorso di fare qualcosa solo perché va di moda: prima o poi la gente si stuferà e a te toccherà iniziare daccapo. Ti conviene? Io penso proprio di no.
Non è tutto un’equazione
Questo discorso vale tanto con il prodotto – pazzesco quanti designer copiano gli altri – quanto con la comunicazione (e la grafica). So di persone che si sono presentate con un logo di un’altra azienda dicendo «Lo voglio così.» La loro convinzione era: i miei concorrenti ce l’hanno fatta, hanno successo e usano questa immagine. Io voglio successo quindi voglio essere come loro.
Mai ragionamento è più sbagliato, questa volta la matematica non c’entra. Il tuo target, i tuoi clienti sono delle persone e non delle macchine a cui puoi dare in pasto qualsiasi cosa.
Io sono stata fortunata e non ho mai avuto clienti di questo tipo e spero che non succeda perché vorrà dire che non sarà passato mezzo messaggio di quello che scrivo. Cioè che un’identità deve essere solo tua, deve essere adatta al tuo target e non a quello degli altri. Che non puoi perderti nel mucchio di attività che fanno tutte quello che fai tu perché hai deciso di essere come loro. Io non credo che il tuo obiettivo sia farti confondere con tuo concorrente.
Credo che tu voglia farcela. Fidati, anche io lo voglio (chi non lo vuole!) ma non per questo copio lo stile grafico dei miei colleghi. Avrei potuto avere un’identità pastellosa come tante grafiche e invece ho scelto un’immagine diversa perché volevo che parlasse di me, della mia visione del lavoro (e dei clienti che vorrei). E non volevo ritrovarmi a occuparmi di clienti sbagliati per me e che non avrei potuto soddisfare.
Ci vuole il tempo che ci vuole
Per farcela ci vuole tempo, molto di più di quello che immaginiamo. Un po’ come i semi che avevo piantato e che tardavano a germogliare: sulla carta dovevano impiegarci due settimana, in realtà ci hanno messo un mese. Come ogni cosa, c’è bisogno di tempo, che dipende da tanti fattori e che non sempre corrisponde a quello che è scritto su una confezione.
Non esiste un tempo standard per riuscire con la propria attività, non c’è una data di scadenza, solo il tempo che ci vuole. E ci vuole sempre tanto lavoro prima di venire alla luce, per una pianta così come per un’attività. Non lo vediamo ma esiste, è lento e intenso. Accelerare il tutto copiando qualcun’altro non ci porterà mai ad essere una pianta forte con le radici salde al terreno ma solo un fiore reciso che primo o poi appassirà
Purtroppo tante, troppe aziende (grandi e piccole) replicano cose già viste senza capire che prima o poi tutto questo si ritorcerà contro. Non è meglio trovare la propria strada? Sì, lo so, non sarà facile come seguire un percorso già segnato ma vuoi mettere il bello della scoperta e raggiungere il traguardo con le tue forze? Secondo me non c’è niente di meglio di sentirsi appagati per una cosa che ci appartiene e che nessuno potrà fare davvero sua.

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