18 Feb Cosa fa davvero un designer grafico
Bazzico nel mondo della grafica da non moltissimo, da quando ho deciso di renderlo il mio lavoro, cioè da quasi un anno – prima lavoravo come designer di prodotto. Troppa poca esperienza per dire cosa fa un designer grafico? Credo di no.
Se c’è una cosa che ha in comune il mio vecchio mondo con il nuovo è una parola: designer. E anche un’università, o meglio, un percorso di studi che ha la stessa identica impostazione anche se alla fine ti laurei in due corsi diversi. Quindi ho abbastanza esperienza e conoscenze per fare luce sul magico mondo del designer grafico.
Designer grafico: cosa c’entra con il design
La parola “design” è strausata, molto spesso abusata, ma non tutti sanno davvero cosa significa. Design non vuol dire altro che progettazione, cioè creare qualcosa partendo da un’idea e strutturarla per arrivare ad un prodotto finito.
Che sia un oggetto, uno spazio, una grafica, se sei un designer prima di fare qualcosa ci pensi, ci ragioni, segui un percorso per raggiungere un determinato risultato. E no, non dai sfogo alla tua creatività come un artista.
Quando un’attività commissiona un logo ad un designer grafico in realtà non gli sta chiedendo di fare un disegnino. Gli sta chiedendo di interpretare i valori della sua attività in un’immagine, non una roba da poco!
Questo vuol dire che non ci si inventa designer ma bisogna studiare, conoscere le regole e sapere che cosa si sta facendo e per chi.
Il designer grafico non è il cugino che sa usare il pc
Il cugino che sa fare tutto è proprio come il prezzemolo, lo trovi ovunque. Ma credo che sia molto più gettonato nel settore creativo: fotografia, video, siti web, grafica. Vende il proprio lavoro per poco e crea degli orrori che neanche la più fervida immaginazione sarebbe in grado di pensare.
Con un solo colpo è capace di fare degli enormi danni a due tipi di persone: quelle che gli chiedono di fare una grafica e quelle che invece il designer grafico lo fanno per lavoro. È in grado di svalutare un lavoro solo perchè ha aperto una volta Photoshop e quindi pensa di essere bravo a fare tutto, «Tanto, che ci vuole!».
Ecco, questa frase l’ho sentita proposta in diverse salse: «Mi modifichi al volo questo? Tanto ci vogliono due minuti!» oppure «Cambia il colore, la disposizione, il testo, tanto al computer è un attimo.». No, non è un attimo e tanto meno le cose si fanno al volo. Ogni modifica, ogni intervento, ogni progetto non è solo un’operazione manuale ma anche di pensiero, che va ragionata. Quindi non basta saper usare il computer per essere automaticamente un professionista.
Il vero valore di un designer grafico (e quanto lo devi pagare)
Tutta questa confusione sul lavoro del designer grafico di conseguenza influisce sulla percezione del suo valore intellettuale, e ancora più grave, monetario. Un grafico è una persona a cui poter affidare la tua identità e sapere di poter ottenere un prodotto di qualità, realizzato su misura per te, che sia il logo o un semplice volantino.
Finchè invece credi che basta saper usare un mezzo per fare le cose, è normale che quando devi scegliere a chi affidare il tuo lavoro punti al risparmio. Poi però ti accorgi che ti consegnano del lavoro approssimativo, che devi starci dietro più di quanto pensassi e che molte volte devi accontentarti del risultato. Solo allora ti rendi conto che non ti basta un “operaio” della grafica.
È per questo che un designer grafico lo devi pagare bene, perché gli stai dando la responsabilità di creare un prodotto visivo che userai per far comunicare la tua azienda con i tuoi clienti. Se vale la frase «parla come mangi» allora vale anche «comunica (con la grafica) come mangi», e cioè bene.
P.s.: un piccolo consiglio agli addetti ai lavori: lo so che designer grafico/di prodotto/di interni suona meglio di progettista, ma credo che a volte sia il caso di usare l’italiano per far capire a chi si sta parlando qual è davvero il proprio ruolo.
«Ciao, sono Marianna e sono una progettista grafica.»
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