22 Mar Creare un’identità visiva con la community di Instagram: un esperimento
Mentre aggiornavo i nuovi servizi e la grafica sul sito ho pensato “Come posso far sapere delle novità in arrivo alla piccola community che mi segue su Instagram?”.
Era un po’ che avrei voluto mostrare di più il dietro le quinte del mio lavoro e questa poteva essere l’occasione giusta. Ho quindi deciso di creare un’identità visiva insieme a loro. La prima cosa è stata dare vita a un’azienda immaginaria – non era la prima volta che lo facevo, ormai sto diventando brava. 😬 Ho pensato ad una fattoria perché è il mio sogno nel cassetto, e così, molto banalmente, è nata “Fattoria Sassi”.
“Noi di Fattoria Sassi siamo una piccola fattoria tra le colline di Siena. Curiamo la terra e coccoliamo i nostri animali: siamo una famiglia felice che produce prodotti nel pieno rispetto della natura.”
L’esperimento è stato accolto con interesse dalla community che sin da subito ha iniziato a interagire con le storie che pubblicavo. Più o meno ogni giorno pubblicavo uno step cercando di coinvolgere il più possibile con sondaggi e domande. E nonostante il processo sia durato diverse settimane l’interesse è rimasto costante.
Io sono molto soddisfatta del risultato! É stato davvero un bel modo per creare una connessione con chi mi segue.
Il primo passo: la moodboard
Come per ogni identità visiva che realizzo, il primo passo è stato creare la moodboard. La moodboard è un un collage di immagini di ispirazione che servono a inquadrare meglio il progetto. Dopo aver mostrato le mie fonti – ovviamente Pinterest è una di quelle – ho coinvolto la community nella scelta delle immagini per creare la moodboard che ho raccolte in due macro gruppi. Il primo gruppo aveva dei colori tenui e soffusi, il secondo invece più vivaci e luminosi. La scelta era quindi tra un mood più delicato e uno più conviviale.
La community ha scelto per il secondo gruppo, quello con le immagini più vivaci, e a me non è restato altro che fare un’ulteriore scrematura per creare la moodboard. La moodboard è soprattutto bilanciamento tra colori, pesi: il risultato deve essere piacevole da guardare. L’obiettivo non è concentrarsi su un’immagine specifica ma sulle sensazioni offerte nel complesso. Eccola qui!
Come abbiamo scelto i colori per la palette
Una volta pronta la moodboard ho deciso di passare alla selezione dei colori per la palette. Sulla base delle immagini ho ricavato due possibili palette, ognuna con 5 colori.
Ad essere sincera ho sperato fino alla fine che la community scegliesse la seconda versione ma il risultato è stato schiacciante. Ha vinto la prima palette con i suoi toni un po’ più classici e rassicuranti.
Ho però dato una sistematina ai colori perché non era abbastanza bilanciata e le tonalità tra loro non funzionavano benissimo. Così molto più convincente! Soddisfatta anche dei nomi super adatti all’attività – per me è sempre uno scoglio che mi porta via un sacco di tempo.
E come abbiamo scelto le font
Dopo la palette ho deciso di affrontare il tema delle font. Pescate dalla libreria gratuita di Google, ho preferito prima far scegliere tra 4 tipologie (serif, sans serif, slab e handwriting) per poi passare alla scelta vera e propria. Ho seguito questo percorso per due motivi: semplificare la selezione di font da proporre e dare qualche info in più sulle tipologie di font.
La scelta è ricaduta su una font slab per la principale e una sans serif per i testi. Ho quindi fatto una selezione tra queste tipologie per poi proporne due per ogni uso.
Mentre pe la font principale la community è stata più combattuta, per la font per i testi la decisione è stata più univoca. Le font scelte sono una dal nome difficilissimo e pomposo, Fredrericka the Great ma molto rustica e una tondina per i testi, Nunito.
L’indecisione della community sul logo
E poi finalmente è toccata al logo. Ho buttato giù diversi schizzi che ho mostrato alla community senza però dare troppi dettagli. Mentre per le altre fasi era più semplice coinvolgere, quando è stato il momento di progettare il logo è stato più complesso. Come fai a mostrare ciò che succede nella tua testa? L’unica strada era fare un sondaggio per far scegliere il logo tra due proposte.
Sono partita da un concept comune per le due proposte. Fattoria Sassi è una piccola attività familiare che ha a cuore la terra che coltivano e gli animali che la vivono e volevo far trasparire questi valore. Ho quindi scelto degli elementi che raccontassero questa unione, questo legame. Il logo doveva lasciar trasparire genuinità e passione, cura e umanità.
La prima proposta rappresentava una persona, un’oca e del grano racchiusi in una sorta di stemma e circondati dal nome della fattoria. Il tutto rappresentato con uno stile molto geometrico e allo stesso tempo giocoso.
La seconda proposta aveva degli elementi in comune con la prima (una persona e un’oca) ma uno stile rappresentativo molto diverso, più illustrativo, così come lo stile della font con cui è scritto il nome dell’attività.
La scelta è stata molto combattuta ma alla fine ha vinto la prima proposta – la mia preferita e giuro di non aver barato ribaltando il risultato!
E per finire le alternative
L’ultima cosa che restava da fare erano le alternative del logo. Le alternative servono a rendere un logo versatile e flessibile così può essere utilizzato in diversi contesti. Non è possibile pensare di usare lo stesso logo per ogni applicazione perché molte volte, pur di adattarlo allo spazio a disposizione, diventa piccolissimo e irriconoscibile. Ho così sviluppato tre alterative: un logo secondario un po’ più compatto di quello principale, una versione orizzontale e un’icona perfetta per gli spazi molto piccoli.
Anche in questo caso non mi è stato possibile coinvolgere la community nella creazione vera e propria ma ho trovato due strade diverse per farla intervenire.
Ho chiesto loro di indicare la dimensione minima utilizzabile per ogni alternativa e ho poi proposto diversi contesti di applicazione chiedendo quale fosse la versione più adatta.
Ho poi concluso il percorso con dei mockup che sono la ciliegina sulla torta per rendere la presentazione di un progetto da essenziale a molto più convincente e accattivante.
E in effetti fa tutto un altro effetto presentare un logo come nelle immagini qui sotto.
Da questo esperimento ho capito che alle persone piace interagire e intervenire per gioco nel lavoro degli altri, soprattutto quando le richieste sono semplici e divertenti.
Ho salvato tutto l’esperimento nei miei contenuti in evidenza su Instagram – ho dovuto creare ben due circoletti perché avevo superato le 100 storie! – sperando che, insieme al mio portfolio, sia una sorta di biglietto da visita sul mio metodo di lavoro. E anche se non dovesse funzionare non me ne cruccerò, è stato un esperimento interessante con dei risultati più fruttuosi di quanto potessi immaginare.
Nessun commento