
05 Ago La grafica dei gelati
Ricordo che c’è sempre stata una sorta di faida tra chi mangia solo gelati Algida e chi Motta (o Sammontana). Io sono team Algida, non che gli altri gelati non mi piacciano ma come sono buoni quelli dell’Algida secondo me nessuno. Il cornetto, il magnum, il fior di fragola, il lemonissimo… 🤤
Gusti personali a parte, ciò che mi affascina non è solo il gelato ma anche la loro grafica.
Il gelato esiste da secoli (più o meno dalla fine del ‘600) ma per la versione industriale e confezionata bisognerà attendere gli anni ‘50. Numerose sono le aziende che producono e commercializzano gelati, dalla famosissima Algida alla ormai sparita Sanson, passando per Motta, Sammontana, Eldorado. Tutte si sono distinte per i loro gelati e ognuna aveva una sua grafica che le rendeva riconoscibili.

I gusti cambiano, anche i loghi
Ebbene sì, nel corso degli anni i loghi dei brand del gelato si sono evoluti. Hanno colto lo stile dell’epoca e si sono adattati ai nuovi gusti, chi con un immaginario giovane e allegro, chi rivolgendosi a un target più adulto.
Il caso Algida

Algida negli anni ha cambiato un sacco di volte il suo logo.
Il primo in assoluto direi che non ricorda per nulla il mondo del gelato (gli scudi sono fatti più per l’araldica e per brand storici) anche se i colori usati avevano una loro logica: giallo per la crema e marrone per il cioccolato.
Per un cambio di rotta dirompente bisognerà attendere gli anni ‘80, precisamente nel 1983, con il logo disegnato niente di meno che da Bob Noorda, uno dei grafici più importanti del panorama italiano e internazionale, vincitore del Compasso d’Oro con la grafica per la metro di Milano. Bob Noorda sceglie per l’Algida un logo semplice, un sole arancio con su la scritta gialla e marrone del brand. Ed è subito estate, libertà, vacanze, divertimento, in una sola parola, icona. Se non sei troppo giovane sicuramente lo ricorderai anche tu che capeggiava nei bar di paese. Ah che ricordi, che nostalgia!
Poi nel ‘98 un nuovo cambio ancora più dirompente: sempre più globale, l’Algida abbandona il sole per abbracciare un cuore che da giallo e rosso prima arriverà poi ai giorni nostri bianco su sfondo rosso. Senza più la scritta – negli altri mercati il brand era declinato con altri nomi – assume un aspetto ancora più internazionale e riconoscibile.
Il caso Sammontana

Anche la Sammontana non è nata con il famoso gelato sorridente. All’inizio era una semplice scritta e per un breve periodo si era avvicinata all’idea di mascotte-gelato ma il risultato ricordava più un’illustrazione che un logo.
A quanto pare però gli anni ‘80 sono stati un periodo di cambiamento per tutti perché è nel 1981 che la Sammontana avvia il suo restyling: eccolo il gelato sorridente con la lingua di fuori che tutti conosciamo – e che ha anticipato questa emoji 😋. Un logo fortissimo che rispecchia a pieno l’identità dell’azienda: allegra, solare, italiana.
A differenza dell’Algida, l’ultimo restyling della Sammontana è stato una riattualizzazione del logo, ora più semplice e contemporaneo. La scritta si arrotonda, la pallina di gelato diventa più grande e scompaiono un po’ di elementi, tra cui lo sfondo celeste. Tre soli colori, molto più adatti per la stampa – meno colori è meglio di tanti- e un’icona ancora più iconica.
Ricordiamo poi che Sammontana prima di essere gelato da passeggio è soprattutto barattolino, ormai oggetto di cult.

Io prendo il fior di fragola
Gli spot di gelati abbondano in tv ma si sa, d’estate non si è molto in casa ma in giro, al mare, al parco e con il caldo che c’è come puoi non mangiare un gelato. E allora ti fiondi al bar più vicino e ti fai tentare dal cartellone dei gelati: sullo stecco o biscotto? Ghiacciolo o coppetta?
I cartelloni dei gelati sono un potente canale comunicativo. Scommetto che da lontano riusciresti a riconoscere uno della Motta da quello dell’Algida. E non sono solo i gelati a renderli diversi ma il logo, di solito ben visibile anche da lontano, e i colori del brand così come lo stile grafico.
Eldorado, colorato e giocoso, irresistibile per i bambini, Algida, con dettagli goduriosi e in risalto i suoi gelati di punta (Cornetto, Magnum e il tanto richiesto Winner Taco) e Motta con il suo inconfondibile sfondo blu.

Tutti con colori vivaci, l’unico cartellone a distinguersi è quello dell’Antica Gelateria del Corso che punta tutto sulla tradizione. Colori seppia e tipografia elegante per un brand che ammicca allo stile dei primi anni del ‘900. È il gelato che mangi seduto al bar con il cucchiaino di metallo, quello che gusti dopo un pranzo al ristorante – come non dimenticare la mezza noce di cocco o il mezzo limone, e che dire del tartufo. Di certo l’Antica Gelateria del Corso non parla ai giovani, né tanto meno ai bambini, ma a un target più “altolocato” e lo fa benissimo, anche con un semplice cartellone all’ingresso di un bar.

Come ti dicevo, i cartelloni sono uno strumento potentissimo di comunicazione perché sono il gancio più vicino al momento dell’acquisto. Per questo non sono mai un ammasso di gelati ma sono studiati a puntino per dare risalto al prodotto e renderlo ancora più appetibile.
Ecco, se proprio dovessi fare un appunto è la leggibilità del prezzo, non sempre chiarissimo complici anche le etichette apposte dai bar per modificarne la cifra.
Facendo un po’ di ricerca sui cartelloni vintage ho scoperto questo della Sammontana. Molto schematico, non avrà lo stesso appeal di quelli contemporanei ma direi che non potrebbe essere più chiaro di così. 👀

Spero che questo viaggio nel mondo dei gelati ti sia piaciuto e che ti abbia fatto venir voglia di mangiarne uno (io mentre scrivevo ho dovuto fare una pausa per farmi un cono pistacchio e zabaione).
Ti saluto augurandoti buone vacanze, che siano al mare, in montagna o nella tua città. 😎
Pingback:Buona grafica di Natale con panettoni e carte regalo | Marianna Milione
Pubblicato alle 08:23h, 05 Marzo[…] in comune: farti scoprire la grafica in posti che non si danno per scontati. L’abbiamo trovata mangiando un gelato, leggendo un libro e guardando un film. Insomma l’abbiamo pescata un po’ ovunque. Non […]