02 Set (Non) giudicare un libro dalla copertina
Sono la classica persona che spesso compra un libro per via della copertina – o non compra libri con copertine brutte. Sarà la deformazione professionale ma mi lascio affascinare facilmente e allo stesso tempo inorridisco alla vista di quelle brutte – tipo i romanzi harmony.
Anche se tutti diciamo che un libro non si giudica dalla copertina, in realtà la copertina ha avuto un ruolo importante nella diffusione del libro.
All’incirca un secolo fa le librerie non erano dei luoghi in cui passeggiare tra un tomo e l’altro lasciandosi ispirare. Solo il libraio aveva accesso ai libri e chi ne voleva acquistare uno doveva chiederlo. Un po’ come in una salumeria dove chiedi un etto di prosciutto e di certo non girovaghi tra un salame e un provolone.
Nel momento in cui i libri passano dal retrobottega alla vetrina, dalle mani del libraio a quelle dei futuri lettori, ecco che nasce l’esigenza di differenziare l’offerta a livello visivo. Ciò che succede è una diversificazione dei titoli grazie alla grafica della copertina. La grafica diventa essa stessa un racconto che ci aiuta a capire il tipo di libro: è un romanzo, un thriller, un libro di cucina, uno per bambini? Immagina se le copertine fossero tutte uguali, sarebbe impossibile trovare il libro giusto – io già ora faccio fatica a pescare quello che voglio! 👀
La grafica delle copertine
In Italia come in Inghilterra il colore aiuta a differenziare i libri per genere. Il colore ha così tanta importanza che noi in Italia chiamiamo gialli i libri crime e rosa i libri romantici.
Anche la disposizione del titolo, dell’autore e della casa editrice gioca un ruolo importante. Un esempio interessante è quello della casa editrice Penguin che negli anni ‘30 decise di vendere i suoi libri non nelle librerie ma nelle edicole. Per Penguin il libro diventa intrattenimento e non più solo cultura. Ribalta quindi la disposizione delle informazioni in copertina ponendo l’accento prima sulla casa editrice, quasi fosse una testata giornalistica, poi sul titolo e solo infine sull’autore. Chi compra libri in edicola è alla ricerca di un titolo accattivante più che di un autore specifico.
La grafica gioca un ruolo chiave anche nel delineare lo stile di una collana, diversa sia tra un editore e l’altro ma anche all’interno della stessa casa editrice. L’uso del colore, del formato (rettangolare o quadrato), la presenza di foto o illustrazioni, la disposizione delle informazioni, sono tutti elementi che permettono di definire lo stile di una collana e renderla immediatamente riconoscibile.
Ritornando al mio farmi influenzare dalla copertina, tempo fa approfittai di un’offerta del Libraccio per acquistare tre libri classici. Ammetto di essere prima stata colpita dalla collana e solo dopo dal titolo. Di questi tre uno è “Attraverso lo specchio e quel che Alice vi trovò” ovvero il seguito di “Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie”. Non avevo il primo libro ma non ne sentivo l’esigenza, non nell’immediato, finché questa estate in un supermercato ho trovato il libro di Alice che mi mancava con una grafica accattivante – e un prezzo pazzesco, appena 2 €!. Non ci ho pensato due volte e anche questa volta l’ho comprato perché mi piaceva la copertina. 🤫
La grafica veicola le nostre scelte, i nostri acquisti anche quando non ce ne rendiamo conto. Per questo non va mai sottovalutata, anche se i proverbi ci dicono il contrario.
Pingback:Buona grafica di Natale con panettoni e carte regalo | Marianna Milione
Pubblicato alle 09:49h, 05 Marzo[…] la grafica in posti che non si danno per scontati. L’abbiamo trovata mangiando un gelato, leggendo un libro e guardando un film. Insomma l’abbiamo pescata un po’ ovunque. Non vogliamo mica farci […]