
18 Gen Storia di 5 packaging vintage ancora attuali
Di tendenza da molti anni, il vintage spopola nella moda, negli oggetti e nella grafica, insomma un po’ ovunque. Si guarda con nostalgia il passato per recuperarlo e valorizzarlo. Ma non tutto ciò che è stato prodotto anni fa è totalmente scomparso! Oggi vi parlo di 5 packaging vintage che troverete tra gli scaffali di comuni negozi e non nei mercatini retro.
La bottiglia Perrier
La classe non è acqua, dicono, ma in questo caso la classe sta proprio nell’acqua. E non un’acqua qualunque bensì la Perrier “Lo champagne delle acque da tavola” – come recitava lo slogan pubblicitario.
Nata nel lontano 1906 in Francia, la bottiglia fu ideata da St. John Hamsworth che, ispirato dalle sue clavette indiane per la ginnastica, decise di puntare sulla forma della bottiglia per attirare nuova clientela ed elevare il marchio Perrier a prodotto di alto profilo.
La bottiglia, come una goccia d’acqua, ha un profilo morbido ed elegante e, insieme al suo verde brillante, è riconoscibile in tutto il mondo anche in assenza dell’etichetta. In 122 anni ha subito solo minime modifiche, sono stati ridisegnati tappo ed etichetta, ma la bottiglia resta un prodotto iconico. Un packaging vintage sì, ma evergreen!
Le pastiglie Leone
160 anni compiuti lo scorso anno, Pastiglie Leone è una storica confetteria aperta vicina Alba ad opera di Luigi Leone. Ben presto il successo riscosso fa sì che Leone decida di spostarsi a Torino con la sua bottega che accoglierà personaggi illustri quali Cavour e la Real Casa. Ed è proprio grazie a quest’ultima che può fregiarsi del vessillo dei Savoia che caratterizza il packaging dal sapore déco.
L’idea innovativa di Leone non fu solo quella di creare delle pastiglie dissetanti e digestive da dopo pasto, ma anche quella di ideare la prima scatolina “da passeggio”. Le pastiglie entrarono così nelle borsette delle dame e nel taschino dei gentiluomini, offrendo un piccolo capolavoro liberty destinato ad affermarsi nella storia. Infatti, fin dalle origini, così come ancora oggi, le pastiglie erano vendute sfuse. La lattina tascabile fu quindi una vera rivoluzione che contraddistinse Pastiglie Leone da tutti gli altri confettieri dell’epoca.
Le lattine di metallo furono originariamente realizzate in un unico colore metallico/dorato con scritte in nero; vennero poi modificate negli anni ‘60 colorando le scritte identificative dei vari gusti, in rosso, e colorando successivamente l’intera confezione. Dal 2008 l’azienda ha iniziato a produrre “edizioni limitate” di lattine con grafiche ed illustrazioni realizzate ad hoc o personalizzabili dal cliente. Tutte da collezionare!
La colla Coccoina
Ideata dall’azienda Balma, Capoduri & C., già produttrice di articoli di cancelleria, la colla Coccoina è un prodotto che riporta immediatamente al passato, tra i banchi di scuola, grazie al suo inconfondibile e irresistibile odore di marzapane.
Lanciata sul mercato nel lontano 1927, da allora si è affermata in Italia come all’estero: molto apprezzata per la sua composizione atossica, quasi commestibile (a base di destrina di fecola di patate e acqua, profumata con olio di mandorla) e per il suo packaging vintage. La storia della confezione è molto interessante: agli inizi del ‘900, la colla in barattolo di vetro era molto popolare in Francia. Così, per sbaragliare la concorrenza, l’imprenditore Aldo Balma inventa una confezione cilindrica in alluminio e la dota di un vano centrale in cui inserisce un pennellino per stendere la colla, il tutto prodotto rigorosamente in loco, precisamente nella città di Voghera.
A rendere ancora più forte l’identità del prodotto, una grafica, semplice ed “elementare” riporta il nome del prodotto in blu scuro con un font corsivo che rimanda alle grafie dei libri scolastici per l’apprendimento della scrittura. Attenzione, il suo profumo porta dipendenza!
Il dentifricio Marvis
Ancora un prodotto tutto italiano anche se a prima vista non sembrerebbe: è il dentifricio Marvis, dal sapore americano e da un’identità così forte che nessun altro dentifricio potrà mai essere più riconoscibile di loro (almeno per ora). È il più giovane tra tutti (anche se non è chiara la sua data ufficiale) ma ha fatto del carattere vintage li suo cavallo di battaglia.
Pietro Martelli, imprenditore della Proraso, nel 1948 decide di dedicarsi ai prodotti per la rasatura creando prodotti da barberia; successivamente l’azienda annetterà diversi brand, tra cui la fiorentina Marvis che produce per l’appunto dentifricio, operando nel mercato nazionale così quello estero, in particolare quello statunitense dove il dentifricio Marvis rientra tra i must del made in Italy.
La forma del tubetto, molto semplice e in alluminio opaco, ricorda i tubetti di colori ad olio. Su di essa una cornice dal fondo coloratissimo (così come il tappo esagonale) racchiude il nome del brand. Tutta l’attenzione è rapita dai vivaci colori che distinguono i particolarissimi gusti (cannella, liquirizia, gelsomino, zenzero…). Un dentifricio per veri eclettici!
Il profumo Chanel N° 5
Abbiamo iniziato e concludiamo in Francia con un’icona assoluta: il profumo Chanel N° 5. Tra tutti i packaging vintage visti finora è quello in assoluto più intramontabile. Voluto da Coco Chanel, il profumo fu un’assoluta novità, sia per il suo bouquet differente dai classici profumi, sia per il suo nome – si dice che Chanel lo abbia scelto dopo avere annusato la quinta boccetta di essenza di prova.
Anche la confezione fu a suo modo innovativa: in contrapposizione ai flaconi elaborati dell’epoca, Coco Chanel optò per una semplice bottiglia da farmacia trasparente, in vetro pregiato o, per i clienti più importanti, in cristallo, con un’etichetta minimale bianca e nera. La prima bottiglietta, risalente al 1919, era più piccola e arrotondata ma, a causa della sua fragilità, fu sostituita, a partire dal 1924, da una più squadrata. Da allora è rimasta pressoché invariata, solo il tappo è stato oggetto di svariate modifiche: dal profilo ottagonale, nel corso degli anni è stato smussato, ingrandito e poi rimpicciolito fino ad ottenere la massima armonia con le proporzioni alla bottiglia. Per l’etichetta fu scelto un carattere senza grazie, tipico del design d’avanguardia dell’epoca, mentre il logo della casa Chanel venne stampato sul tappo del flacone fin dal 1921.
Il flacone di Chanel N° 5, nel corso degli anni, è diventato un oggetto talmente identificabile che Andy Warhol decise di commemorare il suo stato di icona a metà degli anni ottanta con l’opera pop art intitolata “Ads: Chanel”, una serie di serigrafie ispirate a pubblicità del profumo apparse fra il 1954 e il 1956. Non un semplice profumo ma uno status symbol!
Questi erano solo alcuni dei tantissimi packaging vintage ideati nei primi del ‘900, alcuni con più di 100 anni, ma ancora attuali. Ce ne sono molti altri – Amarena Fabbri, Acqua distillata alle rose di Manetti & Roberts, Colman’s mustard, Toblerone, Heinz Tomato Ketchup, Tabasco, Fisherman’s Friend… la lista è lunga! – ma dovevo scegliere. E, visto quanto successo riscuote il vintage, alcune aziende come Smeg, scelgono questa strada per lo stile dei propri prodotti.
Se siete invece interessati a packaging più contemporanei, date uno sguardo alla mia bacheca Pinterest che aggiorno di tanto in tanto con le confezioni che mi colpiscono di più. Stay tuned!
Photo credits: Perrier, Pastiglie Leone, Coccoina, Fattobene, Marvis, Chanel
Fonte: Design in 1000 oggetti, Pastiglie Leone, Coccoina, Fattobene, The Goodfellas’ smile, Wikipedia

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