
01 Mar #bewomanbecreative Paula Scher, graphic designer
Il primo articolo dell’iniziativa Be Woman Be Creative è dedicato a Paula Scher, graphic designer di successo. Be Woman Be Creative è il mio contributo per raccontare il mondo creativo al femminile che ancora oggi fatica ad essere rappresentato e riconosciuto. Dal primo all’otto marzo un post al giorno dedicato ad una figura femminile che si è affermata nel mondo del design e non solo.
Chi è Paula Scher?
Paula Scher, graphic designer, nasce a Washington DC e studia alla Tyler School of Art dove consegue la Laurea in Belle Arti. A cavallo tra la cultura Pop, l’Art Decò e il Costruttivismo Russo, il suo lavoro si caratterizza per l’uso eclettico della tipografia. Questa scelta definirà la sua identità e influenzerà molto la creatività degli anni ’70 e ’80.
Inizia la sua carriera creativa negli anni ’70 come art director per la Atlantic Records prima, e la CBS Records dopo. Qui disegnerà le copertine di moltissimi album: anzichè rappresentare gli artisti, il suo obiettivo era trasmettere la loro identità combinando illustrazioni e caratteri tipografici..
Nel 1982 apre un suo studio e da allora ha lavorato per numerosi clienti di fama internazionale creando identità, packaging, copertine di libri e pubblicità. Tra i tantissimi clienti capeggiano Microsoft, Coca Cola, New York City Ballet, Sundance Institute.
Uno dei suoi lavori più importanti e che ha ribaltato la costruzione dell’identità per le istituzioni culturali, è stato il rebranding del Public Theatre. Con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica e attirare una folla più diversificata, Scher ha creato un linguaggio grafico che rifletteva la tipografia stradale e l’arte dei graffiti. Una vera rivoluzione!
Dalla grafica all’arte
Da diversi anni Paula Scher si dedica alla pittura e lo fa nel suo stile. La necessità di voler abbandonare l’utilizzo del computer, centrale nella sua attività dagli anni ’90 in poi, l’ha spinta a dipingere. Sceglie come soggetto le mappe e le rappresenta attraverso la tipografia. Nomi di città, codici postali, età media delle persone, lettere e cifre compongono le mappe degli stati di tutto il mondo. Non è una rappresentazione fedele ma un’interpretazione della cultura, della storia, dell’identità del paese dipinto.
Con i suoi dipinti, grandi anche diversi metri, sono state realizzate diverse mostre e la vendita di alcuni pezzi ha raggiunto cifre molto alte. Un’ulteriore affermazione del suo valore nel settore creativo.
Il suo lavoro come graphic designer e pittrice è stato esposto in tutto il mondo ed è presente nelle collezioni permanenti di numerosi musei quai il Museum of Modern Art di New York e il Centre Georges Pompidou di Parigi. Ha ricevuto numerosi riconoscimenti nel settore ma, sopratutto, è stata la prima direttrice creativa donna di Pentagram, una delle più importanti agenzie creative al mondo.
Per chi ha Netflix non può perdersi il documentario dedicatole nella serie Abstract: the Art of Design. Un’interessante intervista che ripercorre la sua attività di graphic designer e che permette di scoprire non solo i lavori di maggior successo ma anche la sua personalità.
Spero ti sia piaciuto il primo articolo dedicato all’iniziativa Be Woman Be Creative. Ti ricordo che se vuoi partecipare anche tu puoi farlo raccontando le tue figure di riferimento o il tuo lavoro creativo con l’hashtag #bewomanbecreative. Il prossimo articolo è dedicato a Vivian Maier.
Crediti: Wikipedia, Pentagram, Print Mag, Creative Review

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