10 Giu Tempo e lavoro: il dilemma del freelance
L’altro giorno, mentre scrivevo l’articolo su quanto ho imparato dal mio progetto personale, ho iniziato a ragionare su una parte, quella in cui scrivo: dedicaci del tempo lavorativo. Il tempo, che cosa complessa! Non a caso sono secoli che ci ragionano su filosofi e scienziati. Per chi è un* freelance o ha una piccola attività, è una di quelle cose difficile da definire, da gestire, da quantificare. Fa parte di quelle gioie e dolori di chi non deve timbrare il cartellino. Io in questa relazione complessa ci vivo da un anno e ci sono così tante domande che mi frullano in testa sulla relazione tempo e lavoro. Questo articolo ne raccoglie alcune: non troverai le risposte ma tante mie ipotesi, perplessità, dubbi amletici e un po’ di (in)sana frustrazione – chi non ne ha!
Quanto tempo ci vuole?
Bella domanda! La risposta più ovvia è: dipende. Ma dipende da cosa? Solo da te? O anche dal tuo cliente? Certo, da tutte queste cose insieme ma quasi sempre il tempo di cui tu hai bisogno coincide con quello del cliente. Credo che sia capitato anche a te di ritrovarti nella situazione «Deve essere pronto per domani», come se per fare le cose basti una schioccata di dita – e no, anche se le cose sono fatte al computer non vuol dire che ci vuole poco. E allora come si fa?
Prima di tutto dobbiamo imparare a dire di no a quelle persone che sminuiscono il nostro lavoro – se mi stai chiedendo di fare una roba in così poco tempo vuol dire che non dai valore a quello che faccio. Ma soprattutto credo che dobbiamo iniziare a dare il giusto peso e il giusto valore al nostro tempo. Molte volte ci ritroviamo a fare tutto di corsa perché non abbiamo considerato che abbiamo bisogno di ragionare su un’idea, di metabolizzarla, cioè consideriamo solo quanto ci vuole a metterla in pratica. Però così rischiamo di non fare le cose come vorremmo.
Certo, in un mondo immaginario tutti lavorerebbero in sintonia e con i loro tempi, ma la realtà è un’altra ed è molto più complessa. Quindi sì, andiamo incontro alle esigenze del cliente ma impariamo anche ad andare incontro alle nostre. Trovare un equilibrio è difficile ma non cercarlo affatto sarebbe stupido.
Quanto vale il mio tempo?
Tutti dicono che non puoi decidere il prezzo di un prodotto/servizio dalle ore che ci vogliono per produrlo. E siamo d’accordo perché quando c’è di mezzo il pensiero, la conoscenza, semplificare tutto con un numero da moltiplicare sarebbe a dir poco riduttivo. Però quando devo fare un prezzo, un preventivo, un po’ di dubbi mi assalgono: sto chiedendo troppo, o è troppo poco?
Un errore che faccio spesso è ragionare solo sulle ore effettive che ci metto per fare le cose. Facciamo che per impaginare un volantino mi ci vogliono 2 ore: dovrei farmi pagare solo quelle 2 ore? E il tempo mentale che mi permette di arrivare a fare il volantino in quel modo? L’esperienza e la conoscenza costruita negli anni non hanno forse un valore? E il tempo che ci metto per presentare il volantino, per scrivere la mail dove spiego le scelte che ho fatto, quello non lo conteggio? Ecco perché il mio tempo, e il tuo, hanno un valore ben più grande del solo conteggio delle ore.
Lo so che dare un valore al proprio lavoro è una cosa difficilissima, e io non so se ci sono riuscita. Di sicuro da quando ho iniziato a raccontare il dietro le quinte del mio lavoro, sto considerando di più la complessità di quello che faccio. Mettendo su carta non solo mi rendo conto di quanta energia impiego per fare qualcosa, ma aiuto anche gli altri a capire davvero quello che faccio.
Sto lavorando abbastanza?
Ecco la fatidica domanda che attanaglia molti, a cui si aggiunge una evergreen: dovrei lavorare di più? Se sei un* freelance, o hai una piccola attività, sembra che tutto il tempo che spendi a lavorare non sia mai abbastanza, che potresti investirlo meglio per essere più produttiv*. Per non parlare di quando decidi di prenderti una pausa: il senso di colpa è dietro l’angolo. Subiamo tutto questo perché abbiamo tante responsabilità sulle nostre spalle: non è mica facile mandare avanti un lavoro da sol*! Aggiungi che quando non hai ancora ben ingranato fai fatica a tenere su la situazione economica, abbiamo la ricetta perfetta per entrare in uno stato perenne di ansia.
Se però continuiamo a pensare che lavorare bene significa lavorare molto allora non ne usciremo mai. Dobbiamo invece cambiare domanda e chiederci «Sto occupando bene il mio tempo?». Chi lo ha detto che bisogna lavorare per forza 8 ore al giorno, o di più. Possiamo anche lavorare 2 ore al giorno e portare a casa gli stessi risultati.
Ammetto che scrivere queste cose è un po’ da ipocrita. Sono la prima a non agire così! Però molte volte mi rendo conto che mi sforzo di lavorare in giorni e per ore in cui in realtà non sono produttiva. Tipo che per scrivere questo articolo mi ostinavo a lavorarci anche se mi si chiudevano gli occhi: «Devo finirlo oggi, non posso farlo domani che ho altre cose da fare!» E poi ci ho messo il triplo tempo. Visto che siamo fortunati a non dover sottostare a degli orari fissi, rivalutiamo il tempo di lavoro: lavorare meno per lavorare meglio.
La mia breve pausa
Te l’avevo detto che non avresti trovato delle vere risposte ma se sei arrivat* fino in fondo vuol dire che ti sei ritrovat* un pochino nelle mie parole, che anche tu senti di non sapere come tenere a bada il tuo tempo. Su una cosa sono sicura: solo l’esperienza, i tentativi e i fallimenti ti aiuteranno a capire qual è il tempo di lavoro giusto per te. E ricorda che una vita sostenibile non è fatta solo di lavoro ma soprattutto di tempo speso per te stess* e per gli altri.
Sapevo che scrivendo questo articolo avrei affrontato un argomento difficile, e non so quanto di quello che penso sono riuscita a far passare. Quando arrivi al punto che non sai più cosa dire, cosa fare, significa che hai bisogno di una pausa. E infatti ho deciso di staccare un po’: ho bisogno di prendermi del tempo per me stessa (e per la mia microscopica attività). Per ora non starò via molto, salteranno uno o due articoli al massimo, ma abbastanza per ricaricarmi e affrontare l’ultima parte del lavoro prima delle vere vacanze. Devo pianificare calendari editoriali, aggiornare i miei servizi e rivalutare la mia newsletter. Insomma, si prospetta un luglio impegnativo e voglio affrontarlo da carica e non da distrutta – chè si sa quanti casini si fanno da stanchi!
Qualche consiglio per gestire meglio il tuo tempo
Prima di chiudere questo articolo ti lascio qualche piccolo consiglio. Sono cose che in molti hanno già detto ma, sai com’è, se si è martellanti alla fine qualcuno si convincerà a seguirli.
Fai le liste
Le liste sono una manna per organizzare il lavoro da fare. Io scompongo le cose da fare in tanti piccoli punti. Cioè non scrivo solo “scrivere articolo” ma anche: scegliere i titoli, formattare il testo, aggiungere i link. Mi aiuta anche a capire meglio il tempo che mi ci vuole per fare quella cosa lì.
Segui un corso
Ci sono tanti professionist* che si occupano della gestione del tempo. Rita Bellati sta spingendo molto su questo argomento, ti consiglio di dare uno sguardo alla sua offerta perché molti ne stanno uscendo soddisfattissimi.
Delega
Se puoi cerca di delegare le cose che trovi più faticose da gestire e che ti fanno “perdere” un mucchio di tempo. Io al momento non delego nulla perché non ho la capacità economica per farlo ma anche perché, ahimè, sono una maniaca del controllo. Chiedi pure ai miei ex compagni di corso dell’università, in tutti i lavori di gruppo ero sempre quella più esigente (e rompip#@e).
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